venerdì 30 novembre 2012

vicini al 100

Gentilissimi, ecco per Voi 1 A un semplice esercizio per moltiplicare due fattori che siano "vicini a 100", appunto.
Questo esercizio è una applicazione di proprietà della moltiplicazione. Facciamo un esempio:
a) 89 x 94 =
b) chiamiamo x il primo fattore, ossia 89; chiamiamo y il secondo fattore, ossia 94
c) quanto si discostano dal 100? Il primo fattore si discosta di 11, infatti 100-89 = 11
d) il secondo fattore si discosta di 6, infatti 100-94 = 6
e) di quanto si discostano insieme? Insieme si discostano di 11+6 = 17
f) ora sottraiamo il numero trovato al punto e) da 100, ossia 100 - 17 = 83
g) moltiplichiamo i numeri trovati ai punti c) e d), ossia 11x6 = 66
h) scriviamo, consecutivamente, le cifre trovate ai punti f) e g), ossia 83 e 66. Consecutivamente abbiamo la scritta 8366. Questo è anche il risultato della moltiplicazione di partenza.
i) 89 x 94 = 8366.

Sappiate che è possibile utilizzare strategie differenti: seguendo sempre la medesima procedura giungerete al risultato, grazie all'esercizio, magari con calcolo mentale, anche in modo più veloce.
Un ultimo suggerimento: se al punto g) il risultato dovesse essere di una sola cifra, ad esempio 6, al punto h) scriveremo "06".
Provate con questa moltiplicazione, solo per esercizio, ovviamente:

87x97 =

Una nonna "vicina al 100". NR

giovedì 29 novembre 2012

il viaggio di ritorno


Gentilissimi, Vi propongo la soluzione all’oramai dimenticato “viaggio di nonna Rosa”.
1)     La formula, quasi corretta, sulla velocità media è v (velocità) = s (spazio) : t (tempo)
2)     Il tempo è dato da t = s:v
3)     Dal testo s = 300 km e v = 80 km/h, per cui
4)     La nonna ha concluso il viaggio in t = 300 : 80 = 3,75 h, ossia 3 ore e ¾, oppure 3 ore e 45 minuti
5)     La prima metà del viaggio ha, come dati s = 300 : 2 = 150
6)     Da cui, per la prima metà del viaggio: t = s : v = 150 : 100 = 1,5 ore, ossia 1 ora e ½, oppure 1 ora e 30 minuti
7)     Dal 4) e dal 6) possiamo dire che la seconda metà del viaggio ha avuto durata di 3,75 – 1,50 ore = 2,25 ore, ossia 2 ore e ¼, oppure 2 ore e 15 minuti
8)     A questo punto possiamo trovare a quale velocità media la nonna ha compiuto la seconda metà del viaggio: v = 150 : 2,25 = 66,6 periodico, approssimato a 66,67 km/h
Una velocità, in autostrada, che denota rallentamenti. 

NR, come il foglio prima della patente (chissà se il colore è ancora lo stesso?)

mercoledì 28 novembre 2012

soluzione alla espressione a termini frazionari


Gentilissimi, il prode Nicola ha cercato di risolvere l’espressione a termini frazionari. Vediamo insieme i vari passaggi:
a)     [(5/7-4/21) : 11/14 +1] : 10/9 + 2/3   =
[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9
b)     Trasformiamo questa espressione “in linea”
{ [(5/7-4/21) : 11/14 +1] : 10/9 + 2/3 } : {[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9} =
c)     Risolviamo la parentesi tonda { [(15-4/21) : 11/14 +1] : 10/9 + 2/3 } : {[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9} =
d)     { [(11/21) : 11/14 +1] : 10/9 + 2/3 } : {[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9} =
e)     Trasformiamo la prima divisione in moltiplicazione, come segue
{ [11/21 x 14/11 +1] : 10/9 + 2/3 } : {[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9} =
f)       Semplifichiamo le moltiplicazioni nelle quadre { [2/3+1] : 10/9 + 2/3 } : {[1/3 + 4/5 + 4/15] x 5/9} =
g)     Risolviamo le quadre { 5/3 : 10/9 + 2/3 } : {[5+ 12 + 4/15] x 5/9} =
h)     { 5/3 : 10/9 + 2/3 } : {[21/15] x 5/9} =
i)       Riduciamo ai minimi termini la frazione nella quadra rimasta { 5/3 : 10/9 + 2/3 } : {[7/5] x 5/9} =
j)       Trasformiamo la divisione in moltiplicazione { 5/3 x 9/10 + 2/3 } : {7/5 x 5/9} =
k)     Eseguiamo le moltiplicazioni { 3/2 + 2/3 } : {7/9} =
l)       Risolviamo la prima graffa { 9 + 4/6} : {7/9} =
m)    13/6 : 7/9 =
n)     Trasformiamo in moltiplicazione 13/6 x 9/7
o)     Semplifichiamo 39/14. Questo dovrebbe essere il risultato, in quanto frazione irriducibile.
Non garantisco, in quanto la stanchezza già mi assale, con esiti incerti solo per ora. NR

crazy in love

Gentilissimi, oggi per Voi ho solo un consiglio e una citazione.
Partiamo con il consiglio: perché non provate a vederVi il film "Crazy in love"? E' un film particolare e interessante. Dal film una citazione matematica:
"I numeri sono diversi perché ci puoi contare sempre"
Vi auguro di trovare amici "come numeri" e, perché no?, i numeri come amici.
Una movie-nonna

martedì 27 novembre 2012

un perimetro "letterario"

Gentilissimi 3 A,
provate a considerare il seguente problema:

In un rombo ABCD, la diagonale maggiore BD misura 8a, mentre la diagonale minore misura 6a. Quale sarà il perimetro del rombo, relativamente ad a? E quale saranno le misure di perimetro ed area, se a=3 cm?

Non preoccupateVi troppo! Un semplice suggerimento Vi porterà, speriamo, consiglio: considerate "a" come se fosse una unità di misura.
Un a nonn a Ros a

lunedì 26 novembre 2012

espressione a termini frazionari: un esercizio

Gentilissimi, ecco, per Voi 2 A, un esempio di espressione a termini frazionari. Consideratelo come esercizio di prova in vista di eventuali verifiche scritte. Se pensate di aver ben compreso i procedimenti, provate senza calcolatrice. Inviate, come commento, le vostre procedure di soluzione. Evitate di utilizzare strategie "alternative" (mamma, sorelle maggiori, pc, Internet, calcolatrice, copiatura, ...). Fate per Vostro conto, e se sbagliate, riprovate con pazienza.

[(5/7-4/21) : 11/14 +1] : 10/9 + 2/3   =
[1/3 + 2/3 x 6/5 + 4/15] x 5/9

Potete trovare espressioni mediante cui esercitarVi sui libri dei Vostri genitori, o dei fratelli e sorelle maggiori. Ricordate che la costanza premia. NR

domenica 25 novembre 2012

espressioni a termini frazionari

Gentilissimi,
accade, a volte, che si debbano risolvere espressioni particolari: sia il numeratore sia il denominatore sono espressioni. Come procedere? La questione è "controversa". Per alcune nonne numeratore e denominatore devono essere risolti contemporaneamente. A mio avviso, poiché una espressione è una modalità risolutiva di problemi, rispettare questa "regoletta" non è significativo. Vi sono altri modi differenti per risolvere espressioni di questo tipo. Il più semplice riguarda la possibilità di trasformare frazioni in divisioni. Con un esempio, potremmo dire che la risoluzione di una espressione a termini frazionari equivale a risolvere una divisione tra espressioni "in linea". Una espressione di questo tipo si potrebbe presentare come:

1) [espressione A] / [espressione B]

che, per quanto detto in precedenza diverrebbe:

2) [espressione A] : [espressione B]

Per fare ciò è opportuno aumentare di un grado i livelli gerarchici delle parentesi presenti al numeratore e al denominatore. Se, per esempio, al numeratore sono presenti parentesi quadre, prima del numeratore si apre una parentesi graffa e, dopo il numeratore, si chiude una parentesi graffa. Si procede allo stesso modo col denominatore. Qualora fosse già presente una parentesi graffa, si potrebbe procedere con una ulteriore parentesi graffa "esterna" alla prima. L'espressione al punto 1) si trasformerebbe così:

3) {[espressione A]} / {[espressione B]}

da cui l'espressione al punto 2) diventerebbe

4) {[espressione A]} : {[espressione B]}

Prossimamente un esercizio ad hoc. NR

sabato 24 novembre 2012

elezioni in biblioteca


Gentilissimi, tempo di elezioni. Il sindaco ha deciso di procedere alla nomina dei rappresentanti della biblioteca. Ricordate? La cittadina e tutte le frazioni devono insediare i rappresentanti. Ogni frazione deve indicarne almeno uno. In base alla popolazione, come si deve procedere? Vediamo un modo, forse un poco complicato, ma “politicamente corretto”.
1)     Sommiamo la popolazione: 12 500 + 1100 + 850 + 1050 + 550 + 450 = 16500 popolazione comunale
2)     21 – 1 = 20 rappresentanti biblioteca, escluso il rappresentante di nomina comunale
3)     16 500 : 450  = 36,6 periodico, approssimato  a 37
4)     37 – 1 = 36 numero di rappresentanti che dovrebbero essere eletti
5)     20 : 36 = 0,5 periodico; Dobbiamo approssimare questo coefficiente. Potremmo approssimarlo a 0,6 oppure è approssimato a 0,56 coefficiente di raffronto
6)     Se il numero di rappresentanti fosse 36, allora le frazioni avrebbero il seguente numero di rappresentanti: Belvedere 450 : 450 = 1
7)     1 x 0,6 = 0,6, approssimato a 1 n° rappresentanti di Belvedere di sopra
8)     Cascina Fornacetta 550 : 450 = 1,2 periodico
9)     1,2 periodico x 0,56 = 0,68 circa, approssimato a 1 n° rappresentanti di Cascina Fornacetta
10)  Case Nuove 850 : 450 = 1,8 periodico
11)  1,8 periodico x 0,56 = 1,06 circa, approssimato a 1 n° rappresentanti di Case Nuove
12)  Urbetto 1050 : 450 = 2,3 periodico
13)  2,3 periodico x 0,56 = 1,31 approssimato a 1 n° rappresentanti di Urbetto
14)  Borgo 1100 : 450 = 2,4 periodico
15)  2,4 periodico x 0,56 = 1,31 approssimato a 1 n° rappresentanti Borgo. A questo punto, come spesso avviene in politica, sorge un dubbio: come mai Borgo, pur avendo quasi due volte e mezzo il numero di abitanti di Belvedere, ha lo stesso numero di rappresentanti? Ritorniamo al punto 5). Questo avviene se l’approssimazione è a due cifre decimali. Cosa accade se approssimiamo il coefficiente ai decimi, ossia se utilizziamo come coefficiente 0,6?
16)  Per Belvedere non cambia nulla. Dal punto 6) 1x0,6 = 0,6, approssimato a 1
17)  Per Cascina Fornacetta, dal punto 8) 1,2 periodico x 0,6 = 0,73 circa, approssimato a 1
18)  Per Case Nuove, dal punto 10) 1,8 periodico x 0,6 = 1,13 circa, approssimato a 1
19)  Per Urbetto, dal punto 12) 2,3 periodico x 0,6 = 1,4, approssimato a 1
20)  Per Borgo, dal punto 14) 2,4 periodico x 0,6 = 1,47. Se approssimassimo all’unità, che i rappresentanti sono “interi”, dovremmo dire 1,47 circa, approssimato a 2
21)  Alla cittadina spettano i restanti rappresentanti 20 – (1+1+1+1+2) = 14 rappresentanti
Un poco complesso, e politicamente “quasi corretto”.
E se corressi alle primarie? Sicuramente la maestra mi sgriderebbe!
Del resto, alla mia età è già faticoso camminare, figurarsi correre! NR

venerdì 23 novembre 2012

Lei ha un coupon?

Gentilissimi, Vi ricordate di Thiara. E' una ragazza, di una certa età, che utilizza i coupon per fare la spesa. In ritardo ecco la soluzione del problema.
Affrontiamo la questione seguendo due modalità:
A) nel primo caso, sul cibo per gatti, si acquista col 3x2 e, in seguito, si applica lo sconto fornito tramite coupon. Vediamo cosa succede:
A1) 60 confezioni acquistate al 3x2, ossia col 33% di sconto
A2) 60:3 = 20
A3) 20x2 = 40 confezioni da pagare
A4) 0,85 al 50% = 0,85 x 50 : 100 = 0,425 circa 0,43 costo di ogni confezione da pagare
A5) 40 x 0,43 = 17,20 costo spesa nel primo caso (prima si applica lo sconto e, in seguito, si usano i coupon)
B) nel secondo caso prima usiamo i coupon e, in esguito, si richiede l'applicazione del 3x2, ossia del 33% di sconto
B1) 60x0,85 = 51,00 costo spesa senza sconti o coupon
B2) 51,00 al 50% = 51x50 : 100 = 25,50 costo prima di considerare il 3x2
B3) 25,50 x 3 = 8,50
B4) 8,50 x 2 = 17,00 costo spesa nel secondo caso

Riassumendo: nel secondo caso si applica prima lo sconto del coupon. In seguito si richiede il 3x2 al negozio. In tal modo Thiara ha un ulteriore risparmio di 20 centesimi.
Forse è poco, ma del resto, per i maniaci del risparmio, si tratta, comunque, di soldi (e non di saldi!).
Nnn Rs (h rsprmt l vcl).

giovedì 22 novembre 2012

semplici espressioni in R

Gentilissimi,
ecco per Voi una prima semplice espressione in R. Proviene da un "tema d'esame di licenza media", come si diceva una volta. Provate a risolverla, da soli, senza calcolatrice. Cronometrate il tempo, poi sappiatemi dire:


 ( - 3)² + { ( - 2) · ( - 7 + 5) – ( - 3 + 4 – 11) + [ ( + 7 + 2 · - 5) + ( - 4)· ( - 1 + 3)] } =

Una [(nonna) (Rosa)]

mercoledì 21 novembre 2012

una espressione con frazioni

Gentilissimi,
come da Voi richiesto, per mantenere fede al Vostro mandato, questo riprendere ad essere un blog di Matematica. Riproporremo, tra qualche giorno, un nuovo blog per Scienze. Cercate di essere maggiormente interattivi: proponete, inserite le Vostre spiegazioni, richieste di chiarimenti, domande su specifici argomenti. Forse non Vi risponderò immediatamente, per evidenti motivi di tempistica e logistica, garantisco di rispondere, appunto, quanto prima. Ritorniamo alle frazioni. Ecco, solo per Voi, una espressione semplice semplice (semplice?):

[2/3 + (3-5/9) x (3+5/9) : 88/81] : (2+4/3-1/9) =

Non fateVi ingannare dai "numeri alti", come siete abituati a dire. In una espressione (tranne questa) se compaiono numeri sopra al mille, con buona probabilità o vi sono errori o Vi siete dimenticati di ridurre o semplificare. Una nonna, oggi, maligna (speriamo non malvagia!)

martedì 20 novembre 2012

terzo approfondimento: relazione tatto e udito

Ecco, infine, il terzo approfondimento. Riguarda la relazione tra tatto ed udito.
3) L'affinità ancestrale fra tatto e udito
 Una ricerca ha dimostrato che sensibilità tattile e acuità uditiva vanno di pari passo. Questo parallelismo è legato alla presenza di geni che intervengono in entrambi i processi e indicano una probabile ascendenza evolutiva comune dei due sensi, che sfruttano entrambi, sia pure in modo differente, recettori sensibili a variazioni di pressione. La ricerca ha inoltre rilevato una significativa ereditarietà della sensibilità del tatto (red) Udito e tatto avrebbero una base genetica comune: a dimostrarlo è una ricerca, condotta da biologi del Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MDC), di Berlino, in collaborazione con gli ospedali universitari di Berlino-Charité, Hannover, e Valencia, in Spagna, che firmano, in proposito, un articolo, pubblicato sulla rivista on line PLoS Biology. Nello studio è stato anche dimostrato che le differenze di sensibilità al tocco derivano da fattori genetici, che possono anche essere ereditati. La ricerca è partita dalla constatazione che i recettori dei sistemi uditivo e tattile trasformano entrambi le variazioni di pressione in impulsi elettrici, sia pure secondo modalità differenti; i due sistemi potrebbero avere avuto un'origine evolutiva comune, a partire da una serie di molecole in grado di trasformare il movimento in segnali, che possono essere inviati al cervello. Nello studio i ricercatori hanno confrontato le abilità tattili e l'udito di gemelli identici, che hanno serie identiche di geni, incluse eventuali mutazioni che potrebbero causarne difetti, con quelli di gemelli fraterni, di altri membri della famiglia, e di una serie più ampia di soggetti. Dal confronto dei risultati ottenuti è stata rilevata una significativa tendenza ereditaria della sensibilità del tatto, e una forte correlazione con il livello di capacità uditiva: maggiore è la sensibilità della percezione tattile, migliore è l’udito. "Abbiamo trovato una forte correlazione tra la sensibilità tattile e l’acuità uditiva in una popolazione in buona salute", ha detto Gary Lewin, che ha coordinato lo studio. "Inoltre, circa un giovane adulto su cinque che soffriva di sordità congenita aveva anche una scarsa sensibilità al tocco.". Per contro i soggetti ciechi, utilizzati come gruppo di controllo, mostravano invece molto spesso una maggiore percezione tattile. E, in effetti, osservano i ricercatori, la base genetica della visione dipende da proteine, quelle dei fotorecettori, che sono in grado di rilevare la luce piuttosto che il movimento. In particolare, poi, un gruppo di soggetti affetti da sindrome di Usher, una condizione ereditaria che porta sia sordità sia cecità, avevano un senso del tatto significativamente compromesso. Ciò suggerisce che il gene USH2A, che nella sindrome è mutato, contribuisca sia alle sensazioni tattili sia a quelle uditive. Secondo i ricercatori possono però essere numerosi i geni che svolgono un ruolo in entrambi i tipi di percezione. Dato che sono note circa 60 mutazioni legate alla sordità in geni noti e circa altrettante non ancora chiaramente legate ad un gene, “il nostro prossimo impegno”, spiega Lewin, “sarà quello di esaminare alcuni di questi altri casi, per vedere se siano anch'essi correlati a problemi di sensibilità tattile.".
(02 maggio 2012)
E con questo, speriamo, terminiamo la nostra divagazione scientifica. Una nonna un poco drastica. NR

secondo approfondimento: i neuroni del gusto

Ecco la seconda lettura:
2) La mappa cerebrale del gusto La mappa cerebrale del gusto è stata tracciata da scienziati dello Howard Hughes Medical Institute e del NIH, che hanno scoperto che ogni gusto, dal dolce al salato, viene rilevato da una serie unica di neuroni e che i neuroni che rispondono ai gusti specifici sono disposti in modo discreto. La ricerca, pubblicata su Science, ha anche stabilito che quattro dei nostri gusti di base, dolce, amaro, salato e "umami", sono elaborati da zone distinte del cervello. In passato, i ricercatori avevano misurato nel topo l'attività elettrica di piccoli gruppi di neuroni, per vedere quali aree del cervello venissero attivate dai diversi gusti. In questi esperimenti, le aree che rispondevano ai diversi gusti sembravano fondersi, e gli scienziati ne avevano concluso che tutti i neuroni coinvolti elaborassero tutti i gusti in generale. Charles S. Zuker, Nicholas J.P. Ryba e collaboratori si sono però chiesti perché mai i diversi gusti avrebbero dovuto essere trattati dagli stessi neuroni cerebrali, sospettando che, negli esperimenti precedenti, fosse sfuggito qualcosa di essenziale. Sfruttando il fatto che la stimolazione dei recettori per certi sapori suscita nei topi risposte innate, per esempio di ricerca il dolce, l'umami e il salato a bassa concentrazione, e di avversione l'amaro, l'acido e il salato ad alta concentrazione. Grazie a sofisticate tecniche di imaging fotonica, i ricercatori sono riusciti a progettare esperimenti che hanno permesso loro di osservare contemporaneamente l'attività di grandi gruppi di cellule nervose e non solo quella di un numero ridotto di neuroni come negli studi precedenti. In questo modo sono riusciti a tracciare le mappe cerebrali relative ai diversi sapori. "L'idea delle mappe cerebrali era stata confermata per altri sensi," dice Ryba. "Ma in questi casi le mappe cerebrali corrispondono a mappe esterne": diverse frequenze del suono attivano diversi gruppi di neuroni, per esempio. Nel caso dei neuroni uditivi, la mappa è organizzata in base alle frequenze, dalla più bassa alla più alta. I neuroni visivi sono organizzati in un modo che imita il campo visivo percepito dagli occhi. Il gusto invece non mostra alcuna precisa disposizione preesistente al raggiungimento del cervello; inoltre, i recettori per tutti i gusti sono disposti in modo piuttosto casuale su tutta la lingua, osservano i ricercatori, così l'organizzazione spaziale secondo una mappa dei neuroni del gusto è tanto più sorprendente. Dopo aver scoperto queste mappe, ha detto Zuker, i ricercatori vogliono scoprire "come il gusto si combini con altri input sensoriali quali l'olfatto e la consistenza, lo stato interno e la fame e le aspettative, per dare vita a una complessa coreografia di gusto, sapori e comportamenti alimentari.". (gg)
(02 settembre 2011)

approfondimenti sul sistema nervoso: distrazione e concentrazione

Gentilissimi, ecco, per Voi 3 A, una serie di articoli scientifici, modificati solo lievemente, e solo per rendere il testo maggiormente leggibile, che potrebbero interessare. Sono riferibili a due newsletter molto utili: Le Scienze e Scienza in Rete. Entrambe propongono rivisitazioni sintetiche di articoli comparsi sulla stampa specializzata.
1)  Troppa concentrazione distrae
 Il paradosso è stato dimostrato da una ricerca sperimentale dell'Università di Milano-Bicocca, pubblicata sul "Journal of Experimental Psychology: General". Dimostrata l'esistenza di un meccanismo sopramodale che orchestra gli stimoli provenienti dai diversi sensi - Essere molto concentrati su qualcosa, cercando di evitare di essere distratti, fa irrimediabilmente perdere la concentrazione. Lo ha rivelato una ricerca sperimentale, dell'Università di Milano-Bicocca, condotta in collaborazione con l'Università di Verona e l'Istituto Italiano di Neuroscienze di Verona. La ricerca suggerisce l'esistenza di una sorta di "centrale" sopramodale, probabilmente localizzata nella regione prefrontale del cervello, che coordina gli stimoli provenienti dai diversi sensi. Lo studio ("The Costly Filtering of Potential Distraction: Evidence for a Supramodal Mechanism”), i cui autori sono Francesco Marini e Angelo Maravita, del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca, e Leonardo Chelazzi, dell'Università di Verona e dell'Istituto Italiano di Neuroscienze di Verona, è stato appena pubblicato sulla versione online del Journal of Experimental Psychology: General, una delle riviste di punta a livello internazionale per gli ambiti della Psicologia Sperimentale. La ricerca ha coinvolto 126 studenti universitari dell'Ateneo milanese, con un'età media di 26 anni. I partecipanti sono stati sottoposti a test differenti: nel primo tenevano tra le dita di entrambe le mani due stimolatori tattili vibratori e, tramite una pedaliera, dovevano indicare quale dito stava ricevendo la vibrazione, cercando di non prestare attenzione a una luce rossa intermittente che si accendeva vicino alle dita stesse. Prima di ogni test, si avvertivano i soggetti sperimentali che sarebbero potuti entrare in funzione degli elementi di distrazione, di tipo tattile, uditivo o visivo, che però non sempre venivano attivati. L'obiettivo era misurare il tempo di reazione, in millesimi di secondo, tra la stimolazione e la risposta, così come registrare la correttezza o meno della risposta stessa. I risultati hanno mostrato chiaramente come l'aspettarsi una distrazione, anche quando non è effettivamente arrivata, abbia diminuito la concentrazione dei partecipanti al test, indipendentemente dalla natura della distrazione stessa, visiva, tattile, uditiva. In uno dei test, ad esempio, la velocità media di risposta è passata da 439 millesimi di secondo, nel caso di uno stimolo tattile senza distrattori, a 479 millesimi di secondo, nel caso in cui il soggetto si aspettava una distrazione visiva, che peraltro non sopraggiungeva. Quindi la sola aspettativa di una distrazione ha peggiorato la performance di circa il 10%. L'esperimento è stato ripetuto sette volte, in condizioni diverse, e i risultati sono stati sempre confermati. "Durante l'esperimento “, afferma Angelo Maravita, professore associato di Psicobiologia, dell'Università di Milano-Bicocca, “abbiamo osservato che, quando potrebbe entrare in azione un distrattore, si impiega più tempo nel rispondere allo stimolo, indipendentemente dall'effettiva presenza e dalla natura del distrattore stesso. Questa condizione suggerisce che il controllo dei potenziali distrattori fa parte delle attività intrinseche del cervello ed è una funzione sopramodale, controllata da una sorta di "centrale" che sovrintende a più compiti collocati in diverse aree, coordinandoli.". La ricerca sperimentale potrà trovare particolari applicazioni in campo medico-neuropsicologico, nello studio di pazienti che, ad esempio in seguito a traumi come ictus, emorragie o traumi cranici, presentano una disfunzione a carico dell'area frontale del cervello. "Potrà inoltre essere molto utile per studiare i meccanismi di comportamento e gli eventuali rischi in soggetti che operano in situazioni complesse che richiedano una forte concentrazione su un compito, ma anche un'allocazione di risorse per difendersi da possibili distrazioni: pensiamo ad esempio a piloti o controllori di volo", concludono i ricercatori.
(04 ottobre 2012)
NR

lunedì 19 novembre 2012

lingua e palato - naso e olfatto - pelle e tatto

Gentilissimi, continuiamo con i "personali" appunti della nonna. Speriamo che non siano così vecchi!
Ricordate che, questa serie di post dovrà essere una eccezione: nei nostri post si parla di Matematica e non di Scienze. Se volete un apposito blog di Scienze, fatene formale richiesta, ovviamente alla nonna Rosa. Vedremo se aprire anche tale forma di promozione culturale (tempo ed età permettendo!).


LINGUA E PALATO
Come per la vista, anche per il gusto si può intuire in quale modo la pressione selettiva abbia agito. Il gusto che meglio percepiamo è quello dolce. La parte della lingua in cui sono maggiormente frequenti i ricettori del sapore dolce è la punta. Questo è facilmente intuibile in quanto il sapore dolce è dato in natura da zuccheri, ossia la fonte principale di energia per il cervello.
Gli studi sul gusto, anche per motivi commerciali ed economici, negli ultimi anni hanno avuto un notevole impulso. Contrariamente a quanto ipotizzato in passato, le papille gustative, ossia i recettori del gusto, sono localizzate, sebbene non esclusive, di determinate aree della lingua. Inoltre sono stati identificati recettori per un gusto, detto umami, che corrisponde a sostanze glutammate (come il dado da cucina). Nei cibi, secondo taluni studiosi, ha tale gusto la crosta del pane o della pizza, quando assume una colorazione bruniccia. Un metodo per attivare tali recettori è quello di annusare un barattolo di dado in polvere posto sotto una fonte luminosa o lievemente scaldato. Gli altri gusti sono, oltre a dolce ed umami, salato, amaro, aspro o acido. È possibile, in qualche modo, ingannare tali recettori, per esaltare altri sapori. L’acqua tonica, ad es., con gusto amaro, con aggiunta di piccole quantità di sale, acquista un sapore fortemente dolce. Tuttavia è sufficiente superare solo di poco tale quantità per trasformare la bibita in una sostanza fortemente salata. Molti “segreti dello chef” non sono altro che strategie di inganno delle papille gustative.
 NASO
L’olfatto è il senso meno sviluppato nell’uomo. All’interno del naso sono presenti recettori chimici posti nella parte superiore della mucosa nasale. I recettori dell’olfatto riescono a distinguere le sostanze annusate in base alla forma delle molecole delle sostanze stessa. Tali recettori sono strettamente connessi, tramite le coane nasali, con la bocca e, quindi, con il gusto. Ciò è facilmente comprensibile: quando annusiamo una torta si produce “l’acquolina in bocca”. Al contrario, nei casi in cui abbaiamo il naso chiuso, anche il gusto dei cibi appare diverso. Molte professioni si servono dell’olfatto, dal sommelier all’”annusatore di biscotti” nelle ditte alimentari. Ciò nonostante la pressione selettiva ha reso l’olfatto umano maggiormente sensibile a sostanze potenzialmente pericolose se ingerite (acidi, ammoniaca, veleni) oppure ricche di batteri (le sostanze “puzzolenti”). Per quanto riguarda l’ambito sociale e culturale, inoltre, è da rilevare come una persona pulita sia, ovviamente, più facilmente avvicinabile di una persona che non si è lavata. Il gossip recente, tuttavia, presenta il caso di una attrice che si vanta di lavarsi poco. Non sempre, quindi, bellezza ed igiene personale coincidono.
 Si può sperimentare l’interazione tra olfatto e gusto con l’esperienza della mela e della patata cruda. Tagliando a striscioline e poi a quadratini sia una mela sia una patata si pongano i pezzetti su due piattini posti in frigorifero. Si bendi successivamente uno sperimentatore, tappandogli il naso. Si faccia deglutire rapidamente un cucchiaino da entrambi i  piattini. Lo sperimentatore non distinguerà i due alimenti.
PELLE
La pelle è la sede del senso del tatto. I recettori del tatto sono corpuscoli posti nello strato intermedio della pelle. Distinguiamo recettori della pressione, detti corpuscoli di Meissner, in superficie. Essi recepiscono le pressioni deboli. In profondità sono situati i corpuscoli di Pacini, che recepiscono le pressioni più intense. Nel complesso riusciamo a definire superfici lisce o ruvide, morbide o rigide. Nell’uomo sono presenti anche recettori termici (corpuscoli di Krause, per il freddo, e di Ruffini, per il caldo). Grazie ad essi è possibile distinguere differenze di calore tra i corpi. Inoltre, maggiormente frequenti, anche se non uniformemente diffusi sulla pelle, sono i recettori del dolore.  Questi recettori, contrariamente agli altri, non sono adattabili a stimoli prolungati nel tempo. È possibile sperimentare la non uniforme diffusione dei recettori del dolore utilizzando, in modo opportuno, il compasso a due punte. Poste le due punte del compasso sulla pelle della coscia e variando l’aperture del compasso, in alcune zone sentiremo due punte, in altre una sola. Inoltre, come facilmente sperimentabile, sul dorso della mano si trovano più recettori che sul palmo. Questo sembra dovuto, secondo gli studiosi, alla pressione selettiva. Infatti stringendo un ramo, o un qualsiasi strumento, è meglio adattato chi non risente della ruvidità, o delle eventuali spine sul ramo. E l'uomo, secondo la teoria degli ominini, è un ramo evolutivo dei Primati. "L'uomo discende dalla scimmia", si diceva qualche annetto fa.
NR


introduzione al sistema nervoso e occhio

Gentilissimi, eccoVi semplici appunti introduttivi al sistema nervoso. Essi continuano con Vista e occhio. Ricordate che essi sono "personali", semplici, a mio avviso. Se volete migliorarne la qualità siete i benvenuti!


IL SISTEMA NERVOSO

INTRODUZIONE
L’organismo umano, nelle funzioni essenziali per la propria esistenza, necessita di un continuo controllo sia nelle relazioni con quanto lo circonda sia in relazione  alle funzioni interne del proprio corpo. Adibito a tale controllo è il sistema nervoso.
AMBITI
Possiamo individuare gli ambiti nei quali il sistema nervoso dell’uomo esercita un controllo:
·       Funzioni interne dell’organismo: sono controllate dal sistema nervoso autonomo.
·       ambiente naturale: la relazione è controllata dagli organi di senso
·       ambito sociale: la relazione è controllata sia dal sistema nervoso centrale
·       ambito culturale: controllato da cervello e cervelletto
·       ambito-raziocinio: controllato dalla corteccia cerebrale che controlla, pianifica e ipotizza le azioni, relazioni e comunicazioni necessarie.
Poiché l’organismo umano è unitario, appare evidente come nei vari ambiti il livello di controllo eserciti influenze, a volte determinanti,anche su ambiti diversi. In altre parole, ad es., l’apprendimento (ambito culturale) può variare se “consumo energia” per guardare la tv (ambito sociale).
SENSI E ORGANI DI SENSO
La pressione selettiva, ipotizzata da Darwin quale fattore determinante nella evoluzione degli organismi viventi, e, quindi, anche dell’uomo, è intervenuta in modo tale da “adattare” , “selezionare” alcuni organi di senso nell’uomo, rispetto ad altri. I sensi degli esseri umani sono:
vista; gusto; udito; olfatto; tatto.
Gli organi di senso relativi sono:
occhio; lingua e palato; orecchio; naso; pelle.

OCCHIO
Sicuramente l’organo di senso che meglio funziona nell’uomo è l’occhio. La selezione naturale, per pressione selettiva, ha indirizzato l’occhio umano a percepire meglio i colori cosiddetti caldi: rosso, arancione, giallo. Tali colori corrispondono ai colori dei frutti maturi sugli alberi. In tali frutti sono contenuti zuccheri, ossia la materia prima da cui il nostro cervello trae energia per poter funzionare. Ecco perché, anche in altri ambiti, il colore rosso è particolarmente utilizzato, come ad es. nei semafori. Inoltre, solitamente, uno degli occhi è dominante rispetto all’altro. Ciò è utile per la visione binoculare, o stereoscopica, consentendo la manipolazione di strumenti e la raccolta di cibo, oltre al fatto di poter apprezzare le distanze. Poiché l’occhio serve per poter interagire con l’ambiente esterno, da esso deve poter proteggersi. La funzione delle palpebre è appunto quella di proteggere l’occhio da luci e sensazioni visive troppo intense. A migliorare il livello di tale protezione, le palpebre sono internamente ricoperte da una mucosa detta congiuntiva. Le ciglia proteggono da polvere e luce, mentre le sopracciglia dal sudore della fronte. Il bulbo oculare è formato da una serie di tre membrane sovrapposte: sclerotica, coroide e retina. La membrana sclerotica, la più esterna, il cui nome significa “rigida, resistente”, è il “bianco” dell’occhio. In corrispondenza della pupilla, essa diviene perfettamente trasparente, ed è detta cornea. La coroide è di colore scuro e, in corrispondenza della pupilla è detta iride, ossia la parte che dà il colore degli occhi. Il foro della pupilla ha la capacità di restringersi o dilatarsi in relazione alla maggiore o minore luminosità dell’ambiente. Dietro all’iride si trova la lente del cristallino, che permette la visione a distanze differenti. La retina è la membrana più interna, ove si trovano le cellule recettrici della luce: coni e bastoncelli. I coni sono sensibili ai colori, mentre i bastoncelli hanno la capacità di percepire anche fonti luminose deboli. A riempire la cavità oculare è un liquido detto umore vitreo. Strettamente collegato alla retina è il nervo ottico, adibito alla trasmissione dei messaggi visivi al cervello.

La macula lutea
E' una zona della retina di forma ellittica, così detta per il colorito giallastro che essa assume nel cadavere. Nel vivente ha colore rosso-bruno. Al centro della macula lutea è presente una piccola depressione, la fovea a livello della quale la retina possiede solo fotorecettori che sono specializzati per la percezione dei colori e la visione diurna.
Punto cieco
E’ l’unico punto del nostro occhio nel quale non ci sono recettori visivi. E’ possibile sperimentare la presenza del punto cieco disegnando un puntino su un foglio bianco, messo a circa 15-20 cm dall’occhio e spostando il foglio lateralmente. Ad una certa distanza il puntino disegnato scomparirà.
DIFETTI DELLA VISTA
I principali difetti della vista, escludendo la presbiopia, dovuta essenzialmente a vecchiaia e a un irrigidimento del cristallino, si possono così elencare:
miopia: incapacità di mettere a fuoco oggetti lontani;
ipermetropia: incapacità di mettere a fuoco oggetti vicini;
astigmatismo: visione sfuocata degli oggetti dovuta a difetto di curvatura della cornea o del cristallino;
strabismo: difetto dovuto ad una mancanza di sincronizzazione dei muscoli oculari.
Il daltonismo, che viene comunemente definito un difetto della vista, ossia l’incapacità di distinguere i colori, in parte o totalmente, è dovuto ad una malattia genetica ereditaria e, quindi, non può essere corretto da interventi chirurgici o occhiali di sorta.

E sulla vista, che lentamente se ne sta andando, ne so qualcosa. NR

appunti orecchio - neurone - encefalo

Gentilissimi, continuiamo a postare appunti. Questa parte, molto frammentaria, riguarda i neuroni, l'orecchio e l'udito, l'encefalo. Sono, ancora, semplici, non sempre approfonditi. In alcuni punti potrebbero essere migliorati. Perché non li migliorate Voi? Per le immagini, Vi rimando a Wikipedia.


ORECCHIO
L’organo di senso adibito alla ricezione degli stimoli sonori è l’orecchio. Possiamo distinguere una parte esterna, comprensiva di padiglione e condotto auditivo, e una parte interna che, dal timpano giunge al sistema nervoso. La particolare conformazione del padiglione, in qualche modo, limita la possibilità che rumori e suoni troppo intensi danneggino la membrana del timpano. Le onde sonore, passando dal condotto, fanno vibrare tale membrana. La vibrazione si trasmette ad una catena di tre ossicini, martello, incudine e staffa. Essi  trasportano la vibrazione, trasferendola all’orecchio interno vero e proprio. La staffa comunica con una finestra ovale. Le vibrazioni, mediante un liquido detto endolinfa, passando da un canale a spirale detto coclea, o chiocciola, giungono ai recettori acustici che formano l’organo del Corti. Da qui il cervello recepito il messaggio identifica il suono e ne determina il significato, trasformando gli impulsi elettrici in suoni. Come per altri sensi, anche per l’udito è necessaria una corretta igiene comportamentale. È infatti possibile abituare l’udito a suoni particolarmente forti, come, ad es., l’ascolto di musica ad alto volume tramite auricolari. Questo comporta un irrigidimento, se non una lesione, della membrana timpanica, con conseguente sordità, parziale o totale. Con l’avanzare dell’età avviene naturalmente una perdita di udito, in misura diversa da persona a persona. La misura della intensità dei suoni e detta Scala Decibel.
L’orecchio interno è pure sede dell’organo dell’equilibrio, l’utricolo, da cui partono tre canali semicircolari, nei quali si trovano piccole “pietruzze” dette otoliti, la cui posizione determina l’equilibrio personale.

NEURONE
La cellula nervosa è detta neurone. Esso è formato da prolungamenti, i dendriti. Questi prolungamenti sono in comunicazione con altri neuroni. Il corpo cellulare vero e proprio contiene il nucleo della cellula, anche se il neurone, con esclusione, secondo studi recenti, dei neuroni mirror, non ha capacità di rigenerazione. I neuroni mirror, o neuroni specchio, sono i circuiti cerebrali che determinano la capacità umana di capire le emozioni altrui. Riusciamo ad imparare osservando le azioni degli altri. Tale scoperta è merito di uno scienziato italiano, Rizzolatti. Il prolungamento più importante è l’assone, da cui passano gli impulsi elettrici. Esso è rivestito da guaine protettive. Al termine degli assoni sono ramificazioni dette giunti sinaptici o sinapsi. Ogni sinapsi finisce con una sorta di rigonfiamento o bottone. Qui l’impulso elettrico si trasforma in impulso chimico grazie a sostanze particolari chiamate neurotrasmettitori. I neurotrasmettitori passano poi ai dendriti di altri neuroni, sino a giungere, eventualmente, al cervello, ove i messaggi sono decifrati. Nei primi mesi di vita il numero di neuroni presenti nel neonato è enorme. In seguito molti si atrofizzano, altri invece si collegano in circuiti sempre più funzionali e funzionanti. Tramite tali circuiti è possibile la trasmissione culturale e l’apprendimento. Inoltre questi circuiti sono, in qualche modo, “allenabili”, ossia è possibile attivarli e indurli a produrre nuovi dendriti e giunti. È pure possibile allenare la propria memoria, come, ad es., nelle stringhe di cifre, oppure nello studio scolastico. Tuttavia taluni circuiti si possono formare soltanto in determinate fasce di età. Imparare a memoria le tabelline, come di recente si è scoperto, si può fare solo dai 7 ai 10 anni. La particolare struttura dei neuroni aumenta la capacità di velocizzare la trasmissione, lungo l’assone, degli impulsi elettrici, sia provenienti dagli organi di senso sia dal cervello.
ENCEFALO
L’encefalo è suddiviso in cervello, cervelletto e midollo allungato. Il cervello è diviso in due emisferi da un solco. La parte superficiale, o corteccia,  formata da sostanza grigia, mostra convoluzioni dette lobi. Ad ogni lobo corrisponde, sebbene non in maniera esclusiva, una particolare funzione cerebrale. Se svolgessimo il cervello “stirandolo” esso occuperebbe una superficie pari ad uno stadio di calcio. È quindi facilmente comprensibile come siano numerosissimi i neuroni e quanti circuiti siano teoricamente possibili nell’uomo. Il cervelletto è adibito al controllo dei movimenti e all'equilibrio. Al midollo allungato si riferisce il sistema nervoso autonomo.

Una anU nonna annon Rosa asoR


appunti memoria

Gentilissimi, eccoVi uno spunto con appunti, per l'appunto, riguardanti la memoria (punto).


La memoria
La memoria è il formidabile mezzo utilizzato dal nostro cervello. Esso ci permette di ricordare parole, avvenimenti, volti, persone, numeri, indirizzi, cose, musiche, canzoni, film, storie, emozioni, notizie, idee, concetti, odori, sapori, eccetera.
Come funziona la memoria
La memoria può essere di quattro tipi:
  • Memoria “sketchpad” (non intensa, di brevissima durata, legata ai cinque sensi): quando osservo i miei compagni di classe, se non avviene nulla di particolare, non ricordo la loro posizione personale
  • Memoria sensoriale o percettiva (intensa, ma di breve durata, legata ai cinque sensi): se metto una mano sulle braci mi ricorderò che mi sono scottato
  • Memoria di lavoro o di breve durata (che è quasi come una lavagna su cui si possono scrivere da 4 a 7 voci o concetti indipendenti per volta): mi permette di passare dalla procedura al metodo. Una volta che ho imparato correttamente un procedimento (allacciarsi le scarpe, risolvere una espressione) non devo ogni volta ripassarlo
  • Memoria a lungo termine (richiede la registrazione cosciente di informazioni significative): mi consente di richiamare alla mente avvenimenti e/o concetti significativi. È evidente che sono significativi per me. Se la geografia non mi interessa, ben difficilmente mi ricorderò le città del Brasile, se non per altri significati, avvenimenti, concetti (Carnevale di Rio, squadre di calcio, turismo, miniere)
Per studiare è necessario attivare la memoria a lungo termine, che funziona ogniqualvolta utilizziamo un percorso a tappe di questo tipo:
NECESSITA' - MOTIVAZIONE - ATTENZIONE - CONCENTRAZIONE - ORGANIZZAZIONE 
La memoria non funziona se si interrompe la catena in qualche punto.
§ NECESSITA’ – INTERESSE: se devo passare un esame, oppure se mi interessa un argomento faticherò meno nell’apprendere ciò che mi serve
§ MOTIVAZIONE: è dipendente dalla volontà del singolo che apprende. Se voglio, imparo. La motivazione deve essere personale, del singolo individuo. Se sto annegando sono motivato a comprendere come funziona un giubbotto salvagente
§ ATTENZIONE: è fondamentale prestare attenzione, osservando, ascoltando e registrando, mentalmente o in altro modo, azioni, dati, concetti, fenomeni. Se sono innamorato presterò sicuramente attenzione alla ragazza che mi interessa. Il livello di attenzione massimo può durare sino a 45 minuti, tuttavia è sufficiente un breve lasso di tempo, 2-3- minuti di pausa, per riprendere, seppure con appena minore intensità, l’attenzione. L’attenzione si può allenare, come dimostrano esperienze su agenti notturni. In questo caso si può protrarre sino a 85-90 minuti. Dopo la pausa di riposo deve essere necessariamente maggiore
§ CONCENTRAZIONE: le distrazioni sensoriali, non facilmente eliminabili se esterne, tolgono concentrazione. È possibile tuttavia che una forte motivazione ed un forte interesse per quanto si sta facendo sopprimano “in sottofondo” tutti gli stimoli sensoriali ininfluenti al lavoro da svolgere. Un carabiniere che sta compiendo una manovra salvavita non presta la minima attenzione al traffico. Per questo motivo, solitamente, le pattuglie sono da due persone, con compiti differenti
§ ORGANIZZAZIONE: se devo studiare e non ho il materiale necessario, ben difficilmente potrò concentrarmi, in quanto il mio interesse primariamente sarà quello di reperire il materiale adatto o un materiale utilizzabile. Appare altresì evidente, come nelle leggi di Murphy, che ogni oggetto, all’occorrenza, si possa trasformare in martello. Se devo guidare lo scooter e non ho messo carburante, molto difficilmente non faticherò. Se non ho preso appunti e non ho il libro di testo (magari, con un foglio bianco per mappe concettuali e riassunti o schemi), non so cosa devo ESATTAMENTE studiare. Se non conosco ESATTAMENTE il significato delle parole che sto leggendo difficilmente comprenderò come si compongono i pezzi della nuova Play Ikea

una nonna ... (come mi chiamo?) Ah, già! Nonna Rosa (mi pare)

APPUNTI SISTEMA NERVOSO ?

Gentilissimi,
forse è meglio stare attenti in classe. Le richieste, anche di materiale, riguardante Scienze si stanno ripetendo in più occasioni. Cercate di imparare: prendere appunti è "strettamente personale". Solo se Vi esercitate, potrete acquisire tale capacità.
Ecco perché, anche alle nonne, a volte, "viene il sistema nervoso".
Inizio con una serie di domande che, assolutamente non esaustive, possono servirVi per preparare una verifica. Ho provato ad indicare con T le domande, presumibilmente, di teoria; con C sono siglate le eventuali domande di "collegamento interdisciplinare" (e non, vedi "sinestesia"); con L sono riportate un breve elenco di domande relative al linguaggio specifico. Le domande sono messe in rigoroso ordine sparso. Studiate comunque tutto quanto: rimane il sistema migliore!

1)     SPIEGA LA STRUTTURA DEL NEURONE (T)
2)     COSA SONO E A COSA SERVONO I NEURONI MIRROR? (T)
3)     SPIEGA I DIFFERENTI TIPI DI MEMORIA (T)
4)     QUALI SONO LE CAUSE NON ACCIDENTALI PER UN NON PERFETTO FUNZIONAMENTO DELLA MEMORIA? ( C )
5)     QUALI SONO GLI AMBITI DI CONTROLLO DEL SISTEMA NERVOSO UMANO? ( C )
6)     COS’È IL “SISTEMA NERVOSO” ? (T)
7)     COME FUNZIONA UN NEURONE? ( C )
8)     COME È POSSIBILE STIMOLARE I NEURONI? ( C)
9)     COME È SUDDIVISO L’ENCEFALO? (T)
10)  COME SONO DETTE LE SOSTANZE CHIMICHE TRASMESSE DA NEURONE A NEURONE? (L)
11)  INDICA I SENSI E GLI ORGANI DI SENSO. (T)
12)  SPIEGA LE EVENTUALI CORRELAZIONI TRA SENSI. FAI ALMENO UN ESEMPIO ADEGUATO ( C)
13)  COSA SONO E A COSA SERVONO LE PAPILLE GUSTATIVE? (T)
14)  QUANTI E QUALI SONO I SAPORI PERCEPITI DALL’UOMO? (T)
15)  INDICA UN ESPERIMENTO, TRA QUELLI PROPOSTI IN CLASSE, CHE RIGUARDI I SAPORI. (T)
16)  PER QUALE MOTIVO L’OLFATTO INTERAGISCE COL GUSTO, NELL’UOMO? ( C )
17)  PER OGNUNO DEI SAPORI CHE CONOSCI, INDICA UN CIBO “ADEGUATO”. (T)
18)  SPIEGA I PRINCIPALI DIFETTI DELLA VISTA. (T)
19)  QUALI SONO LE FUNZIONI DELLA VISTA? (T)
20)  INDICA LA STRUTTURA DELL’OCCHIO. (T)
21)  QUALI COLORI RECEPISCE MEGLIO L’OCCHIO UMANO? PERCHÉ? ( C )
22)  A COSA SERVONO LE PALPEBRE? (T)
23)  COME SI CHIAMA LA MUCOSA CHE PROTEGGE LE PALPEBRE? (L)
24)  COME SI CHIAMANO I RECETTORI DELLA LUCE? (L)
25)  INDICA UN ESPERIMENTO PER INDIVIDUARE IL PUNTO CIECO. (T)
26)  COSA SI INTENDE CON PRESBIOPIA? (T)
27)  COS’È L’ASTIGMATISMO, COME DIFETTO DELLA VISTA? (T)
28)  SPIEGA COME FUNZIONA L’OLFATTO (T)
29)  SPIEGA LA STRUTTURA DELL’ORECCHIO (T)
30)  COME SONO DETTE LE OSSA DELL’ORECCHIO? (L)
31)    COME SI CHIAMANO I RECETTORI DELLA PELLE? (L)
32)  COSA SONO I CORPUSCOLI TATTILI? (T)
33)  DESCRIVI COME FUNZIONA L’EQUILIBRIO NELL’UOMO. (T)
34)  PER QUALE MOTIVO PROBABILE VI SONO POCHI RECETTORI DEL DOLORE SUL PALMO DELLA MANO? ( C )
35)  QUALI SENSAZIONI TATTILI SONO DISTINGUIBILI NELL’UOMO? (T)
36)  INDICA UN ESPERIMENTO, TRA QUELLI PROPOSTI IN CLASSE, CHE RIGUARDI IL TATTO. (T)
37)  COME SI TRASMETTE IL SUONO NELL’ORECCHIO? ( C )
38)  COME È FATTO L’ORGANO DELL’EQUILIBRIO? (T)
39)  COME SONO DETTE LE TRE MEMBRANE CHE RICOPRONO L’ENCEFALO? (L)
40)  COSA SI INTENDE CON CHEMORECETTORI? (L)

Una nonna a volte "nervosa".