Kasner
googol o google
ARTICOLO SCIENZAINRETE: MATEMATICA
Un numero più grande
dell’Universo
Googol. È un numero grande, inimmaginabilmente grande. Lo si può facilmente
scrivere in forma esponenziale: 10100, una maniera estremamente
compatta, comoda per rappresentare i numeri molto grandi (e anche quelli molto
piccoli). Con un minimo di fatica, lo si può scrivere anche in forma estesa: un
“uno” seguito da cento “zeri”. Ma nella sua forma esponenziale può essere letto
facilmente; in quella estesa si rischia invece di perdere il conto di quante
volte bisogna usare il termine “miliardi” in “dieci miliardi di miliardi di
miliardi di miliardi di …. ecc.”. In ogni caso, noi non riusciamo ad
apprezzarne la dimensione. Già a livello di un googol, infatti, abbiamo a che
fare con un numero che supera molte delle grandezze che descrivono l’Universo
che conosciamo. La nostra Galassia, per esempio, è costituita da qualche
centinaio di miliardi di stelle. In notazione esponenziale, qualche 1011 stelle.
La massa del nostro Sole è 2x1033 grammi. Usandola come massa
stellare media ricaviamo che la massa (visibile) della nostra Galassia è quindi
circa 1045grammi. Nell’Universo vi sono alcune centinaia di miliardi
di galassie, un numero paragonabile al numero di stelle contenute nella nostra
Galassia. Ecco dunque che abbiamo messo insieme qualcosa come 1056-1057grammi
di materia. Questa materia è costituita fondamentalmente da barioni (protoni e
neutroni) legati nei nuclei degli atomi che, dall’idrogeno all’uranio (e
oltre), compongono il nostro Universo. Nel calcolo della massa, gli elettroni,
che pesano circa un duemillesimo dei nucleoni, possono tranquillamente essere
trascurati. Ricordando infine che la massa di un protone (e di un neutrone) è
1,7 x 10-24 g, otteniamo che il numero di barioni presenti
nell’Universo è dell’ordine di 1080. Un numero molto, ma molto più
piccolo di un googol; per l’esattezza, un centesimo di un miliardesimo di
miliardesimo di googol. Neutrini e fotoni sono in numero maggiore, ma anche il
loro numero è di gran lunga più piccolo di un googol. Per superare un
googol dobbiamo ricorrere al più grande contenitore che conosciamo e alla più
piccola parte di esso che possiamo considerare. La lunghezza più piccola
che ha un qualche senso in fisica è la lunghezza di Planck. Vale 1,6 x 10-33 centimetri.
In un centimetro cubo ci sono dunque 2,5 x 1098 cubi il cui
lato misura una lunghezza di Planck. Nemmeno un decimo di googol. Nell’intero
Universo, che ha un raggio dell’ordine di qualche 1028cm, ci sono
quindi circa 10184 cubi di Planck. Questo numero, il numero di
cubi di Planck contenibili nell’Universo, è forse il più grande
numero a cui possiamo associare una qualche grandezza del mondo fisico. Se
rinunciamo all’associazione con una grandezza fisica e rimaniamo
nell’ambito dell’astrazione matematica, conosciamo alcuni numeri primi di
Mersenne che superano il googol, cominciando da 2521 –
1 (che è composto da 157 cifre) e finendo con 243.112,609 –
1 che di cifre ne ha circa 13 milioni e credo sia tuttora il più grande tra i
primi di Mersenne noti (ma in futuro se ne troveranno senz’altro di ancora più
grandi). Ecco che abbiamo superato un googol, ma stiamo sempre trattando con
numeri piccoli se paragonati a un googolplex. Un googolplex,
infatti, equivale a 10googol ed è scrivibile solamente con la
notazione esponenziale. Un googol, che equivale a 10100, può essere
scritto anche come 1010^2; il numero di cubi di Planck contenibili
nell’Universo può dunque anche essere scritto come 1010^2,27, ma un
googolplex è 1010^100! Non solo non esiste abbastanza carta o
inchiostro, ma nemmeno esiste lo spazio o il tempo per poter scrivere un
go-ogolplex in forma estesa. Anche scrivendone ogni cifra con caratteri così
minuti da farla stare in un cubo di Planck, non basterebbe l’intero Universo
che, come abbiamo visto, contiene al massimo lo spazio per scrivere le prime 10184 cifre.
Ma noi di cifre ne dovremmo invece scrivere molte di più! A sua volta un
googolplex, nonostante sia 1098 volte più grande di un googol,
diventa un numero piccolo, ai limiti dell’irrilevanza, se paragonato a quello
che è considerato come il più grande numero mai utilizzato in una dimostrazione
matematica e noto come G, il numero di Graham. Questo numero, di cui non
conosciamo il numero di cifre, non può essere facilmente scritto nemmeno
utilizzando la notazione espo-nenziale ed è necessario ricorrere a nuove
notazioni quali la tetrazione e successive iterazioni esponenziali che
continuano la progressione: somma – moltiplicazione – elevamento a potenza –
tetrazione e così via. La tetrazione è indicata da due frecce rivolte verso
l’alto e comprese tra i fattori. Le iterazioni successive sono indicate
da un numero crescente di frecce. Quindi 3↑3 = 33 =
3x3x3. Poi 3↑↑3 = 3↑(3↑3) (e cioè 33^3) e 3↑↑↑3 = 3↑↑(3↑↑3) –
che equivale a (33^3)^(33^3)^(33^3).
Finalmente 3↑↑↑↑3 = 3↑↑↑(3↑↑↑3). Questo è il punto di partenza per arrivare al
numero di Graham e lo chiameremo g1. Il passo 2 sarà g2 = 3↑↑…↑↑3 dove
il numero di frecce è uguale a g1. Il passo successivo sarà g3 =
3↑↑↑↑…↑↑↑↑3 dove stavolta il numero di frecce è uguale a g2. E così via.
Continuando la progressione sino al sessantaquattresimo livello si
arriva a g64 = G, il numero di Graham, un numero chiaramente inimmaginabile.
Ovviamente è possibile, addirittura facile, concepire operazioni che portino a
numeri ancora più grandi: si va dal semplice +1 a un’iterazione esponenziale di
termini ancora superiore a quella che definisce il numero di Graham (g65),
oppure composta da fattori maggiori (usando ad esempio il 4 al posto del 3). Ma
non è questo il punto. Il punto è trovare numeri che abbiano un’utilità,
un significato particolare, numeri che risultino da una dimostrazione, da un
qualche processo logico mentale, o che non siano, come i numeri primi,
esprimibili in termini di numeri più piccoli. In quest’ottica, sia un
googol che un googolplex sono semplicemente due potenze di 10 cui è stato dato
un nome che si è ben radicato e compare in dizionari, enciclopedie, testi
e trattati. Il numero di Graham, invece, è una limitazione superiore (ma non
necessariamente la più piccola) del “più piccolo numero di dimensioni
necessarie” per avere alcune proprietà dell’ipercubo (una forma geometrica
regolare con quattro o più dimensioni spaziali). Ecco dunque che
gli è stato riconosciuto lo status di numero più grande tra
quelli che vantano un qualchesignificato. Chiudo con una curiosità
riguardo al numero di Graham. Non si conoscono le sue prime cifre, ed è
ragionevole pensare che non si conosceranno mai, visto che esse vengono
calcolate dal fondo (ma, attenzione, non vorrei certo incappare negli stessi errori di supponenza di cui ho scritto recentemente, quindi è sempre meglio “mai dire mai”). Si conoscono tuttavia le ultime cifre (mi risulta che siano
state calcolate le ultime 500 e il loro numero è in aumento). Ebbene, G,
che altro non è che una sterminata sequenza di moltiplicazioni del numero
3, finisce per 7! Infine, per ridimensionare anche il numero di Graham,
ricordiamo che le sue pur tante cifre sono un’inezia se paragonate a
quelle, infinite, che descrivono il rapporto tra la lunghezza di
una circonferenza e il suo diametro, o anche il rapporto tra la lunghezza della
diagonale di un quadrato e il suo lato (anche se adesso parliamo di cifre “dopo
la virgola”, che quindi non variano sensibilmente la grandezza del numero). Ma
anche quando parliamo di infiniti bisogna ricordare che vi sono quelli più
grandi e quelli più piccoli…
Tratto da: Le Stelle n. 107, Giugno
2012
(8 ottobre 2012)
nonna rosa il mio commento può essere non tanto adeguato visto che adesso abbiamo la verifica ma il numero dieci alla centesima non è 1 con 100 zeri?
RispondiEliminanonna rosa per la verifica c'è da portare le tavole?
perché così le metto nello zaino.
Gentilissimo Calcio, complimenti! Anche questa e' una risposta esatta. Sarebbe meglio dire che il risultato si scrive con 1 seguito da 100 zeri. Si tratta, tuttavia, di piccoli dettagli. L'importante è che Tu abbia ben compreso. Per le tavole: nelle verifiche teoriche non servono; nelle verifiche di calcolo, in alcune espressioni ed in taluni problemi, al contrario, possono servire( sicuramente all'esame di terza media, sebbene, forse, sia un poco presto parlarne). NR
RispondiElimina