martedì 20 novembre 2012

terzo approfondimento: relazione tatto e udito

Ecco, infine, il terzo approfondimento. Riguarda la relazione tra tatto ed udito.
3) L'affinità ancestrale fra tatto e udito
 Una ricerca ha dimostrato che sensibilità tattile e acuità uditiva vanno di pari passo. Questo parallelismo è legato alla presenza di geni che intervengono in entrambi i processi e indicano una probabile ascendenza evolutiva comune dei due sensi, che sfruttano entrambi, sia pure in modo differente, recettori sensibili a variazioni di pressione. La ricerca ha inoltre rilevato una significativa ereditarietà della sensibilità del tatto (red) Udito e tatto avrebbero una base genetica comune: a dimostrarlo è una ricerca, condotta da biologi del Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MDC), di Berlino, in collaborazione con gli ospedali universitari di Berlino-Charité, Hannover, e Valencia, in Spagna, che firmano, in proposito, un articolo, pubblicato sulla rivista on line PLoS Biology. Nello studio è stato anche dimostrato che le differenze di sensibilità al tocco derivano da fattori genetici, che possono anche essere ereditati. La ricerca è partita dalla constatazione che i recettori dei sistemi uditivo e tattile trasformano entrambi le variazioni di pressione in impulsi elettrici, sia pure secondo modalità differenti; i due sistemi potrebbero avere avuto un'origine evolutiva comune, a partire da una serie di molecole in grado di trasformare il movimento in segnali, che possono essere inviati al cervello. Nello studio i ricercatori hanno confrontato le abilità tattili e l'udito di gemelli identici, che hanno serie identiche di geni, incluse eventuali mutazioni che potrebbero causarne difetti, con quelli di gemelli fraterni, di altri membri della famiglia, e di una serie più ampia di soggetti. Dal confronto dei risultati ottenuti è stata rilevata una significativa tendenza ereditaria della sensibilità del tatto, e una forte correlazione con il livello di capacità uditiva: maggiore è la sensibilità della percezione tattile, migliore è l’udito. "Abbiamo trovato una forte correlazione tra la sensibilità tattile e l’acuità uditiva in una popolazione in buona salute", ha detto Gary Lewin, che ha coordinato lo studio. "Inoltre, circa un giovane adulto su cinque che soffriva di sordità congenita aveva anche una scarsa sensibilità al tocco.". Per contro i soggetti ciechi, utilizzati come gruppo di controllo, mostravano invece molto spesso una maggiore percezione tattile. E, in effetti, osservano i ricercatori, la base genetica della visione dipende da proteine, quelle dei fotorecettori, che sono in grado di rilevare la luce piuttosto che il movimento. In particolare, poi, un gruppo di soggetti affetti da sindrome di Usher, una condizione ereditaria che porta sia sordità sia cecità, avevano un senso del tatto significativamente compromesso. Ciò suggerisce che il gene USH2A, che nella sindrome è mutato, contribuisca sia alle sensazioni tattili sia a quelle uditive. Secondo i ricercatori possono però essere numerosi i geni che svolgono un ruolo in entrambi i tipi di percezione. Dato che sono note circa 60 mutazioni legate alla sordità in geni noti e circa altrettante non ancora chiaramente legate ad un gene, “il nostro prossimo impegno”, spiega Lewin, “sarà quello di esaminare alcuni di questi altri casi, per vedere se siano anch'essi correlati a problemi di sensibilità tattile.".
(02 maggio 2012)
E con questo, speriamo, terminiamo la nostra divagazione scientifica. Una nonna un poco drastica. NR

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