Gentilissimi e gentilissime,
nel calcolo letterale e nelle equazioni, a volte, se non si
presta la dovuta attenzione, è facilissimo effettuare errori, magari senza
accorgersene.
Vediamo un esempio, tratto dal libro “La sezione aurea e non
solo”, di Fernando Blasco.
Prendiamo due valori “a” e “b”, non uguali tra loro. Indichiamoli
con A e B
Uno dei due, evidentemente, sarà maggiore dell’altro.
Consideriamo:
1)
A > B
Esiste quindi un numero C che, sommato a B,
dà A. Per questo possiamo scrivere
2)
A = B+C
Moltiplichiamo per il binomio (A-B) entrambi
i termini. Otterremo
3)
A(A-B) = (B+C)(A-B)
Risolviamo le moltiplicazioni, come in post
precedenti. Riordiniamo i monomi ottenuti
4)
A 2 – AB = AB + AC – B 2 –
BC
Spostiamo il termine AC al primo membro,
cambiando di segno
5)
A 2 – AB – AC = AB – B 2 – BC
Raccogliamo a fattor comune il termine A,
al primo membro, e B al secondo membro
6)
A (A– B – C ) = B(A – B – C)
Dividiamo entrambi i termini dell’equazione,
applicando il secondo principio delle equazioni, per il trinomio (A-B-C). Poi
semplifichiamo
7)
A (A– B – C )
= B(A – B –
C)
(A– B – C ) (A – B – C)
8)
A = B
??? Ma come? Non eravamo partiti dicendo che A > B? Dov’è
l’errore?
Un racemo di mimosa, ossia un rametto di
mimosa, non è forse maggiore di un “filino” giallo, cioè un fiore, dei “capolini
globosi” (dei “pallini gialli”) della
mimosa stessa?
Quindi donne e nonne, NON chiedete un fiore
di mimosa! Bensì un RACEMO!
Un racemo di mimosa a colui o colei che
indovina, magari senza sbirciare su libri o internet.
C.’E.’ sempre una soluzione.
NR, Nonna Racemosa
Non si divide mai per ZERO e A-B-C = 0
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